La comunità salesiana di Vasto vive in questi giorni un passaggio significativo: l’insediamento ufficiale di don Daniele Pusti come nuovo Direttore dell’Opera salesiana San Giovanni Bosco, avvenuta lo scorso 11 Settembre 2025. La cerimonia, ricca di emozione e di attesa, è stata presieduta dal Superiore dell’Ispettoria Salesiana del Centro Italia don Roberto Colameo.
Chi è don Daniele Pusti
Don Daniele Pusti è il nuovo Direttore, succedendo a don Alvaro Forcellini. Già noto per essere presidente del “Soggiorno Proposta” di Ortona, una comunità che opera nel campo educativo, sociale e pastorale con attenzione ai giovani, in particolare a chi vive situazioni di fragilità.
Questo ruolo testimonia un impegno concreto già presente nella sua vita pastorale, che potrà ora trovare nuova energia e dimensione nel guidare tutta l’Opera salesiana di Vasto.
Il ruolo del Direttore in una Casa Salesiana secondo Don Bosco
Nella tradizione salesiana, il Direttore (o Superiore della Casa) ha una responsabilità globale: cura dell’andamento spirituale, formativo, educativo, scolastico, materiale della comunità. Egli è chiamato a «fare il Direttore»: non tanto a fare tutto da sé, ma a vigilare che i vari ambiti operino bene, che le persone stiano nella loro missione, che le opere formative e pastorali rispondano allo stile educativo salesiano, secondo il metodo preventivo di Don Bosco, fatto di ragione, religione, amorevolezza.
In concreto, essere Direttore significa essere padre-amorevole della comunità, capace di ascolto, vicinanza, responsabilità; significa promuovere il bene comune dentro la Casa: giovani, animatori, educatori, famiglie, collaboratori; essere segno di unità. Significa anche stare dentro la storia locale della Chiesa diocesana, non isolarsi, partecipare al cammino comunitario.
Le tre parole consegnate da don Roberto Colameo
Durante la celebrazione di insediamento, don Roberto Colameo, Superiore della Circoscrizione Salesiana dell’Italia Centrale (ICC), ha affidato a don Daniele tre parole chiave, che rappresentano non solo un invito, ma un compito pastorale:
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Conoscere – saper ascoltare, apprendere la storia, le fatiche, le ricchezze di questa comunità, di Vasto, dei giovani e delle famiglie che la abitano.
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Riconoscere – riconoscere ciò che è stato fatto: non partire da zero, ma in contuinità con chi ti ha preceduto; vedere il bene operato, ringraziare, custodire le esperienze positive; ma anche riconoscere le sfide non ancora superate.
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Essere presenza di Chiesa – non essere “fuori” rispetto alla Chiesa locale, ma dentro il suo cammino. Collaborare con la Diocesi di Chieti-Vasto, con le parrocchie, con le autorità religiose civili, affinché l’Opera Salesiana non sia un corpo separato ma parte viva della Chiesa, nel dialogo, nella corresponsabilità, nello stile di servizio.
Don Colameo ha voluto sottolineare che questo modo di essere presenza sarà significativo solo se il Direttore riesce a inserirsi dentro il cammino diocesano: non come un fatto esterno, ma come contributo salesiano al bene comune della Chiesa locale e della città.
Verso il futuro: speranze e sfide
Con don Daniele alla guida, la comunità salesiana di Vasto guarda avanti con fiducia. Ci sono progetti consolidati – formazione professionale, l’Oratorio, la parrocchia, l’azione educativa e pastorale – che richiedono continuità ma anche rinnovamento. Le sfide non mancano: ascolto delle nuove generazioni, integrazione sociale, partecipazione dei laici, dialogo in un contesto che cambia velocemente; ma anche opportunità: la vocazione educativa salesiana, l’essere “casa accogliente”, spazi di crescita non solo culturale ma spirituale, la collaborazione con il territorio.
Un invito alla comunità
A don Daniele auguriamo di essere guida saggia, cuore accessibile, soglia aperta per tutti.
Alla comunità – religiosi, giovani, famiglie, animatori, laici – chiediamo disponibilità: collaborazione, preghiera, sostegno, partecipazione.
Solo insieme – conoscendo, riconoscendo, essendo presenze viventi – potremo far fiorire il carisma di don Bosco qui a Vasto, come testimonianza forte di Chiesa, segno di speranza per chi cerca radici, orientamento, bellezza.