C’è una pagina del Vangelo in cui Gesù afferma: «Questa è la volontà di colui che mi ha mandato: che io non perda nulla di quanto egli mi ha dato» (Gv 6,39). È forse in queste parole che si può intravedere il senso più profondo della vita del sig. Sante Toniolo: un’esistenza vissuta come dono, dedizione, presenza.
Una presenza che custodisce
Sante Toniolo ha collaborato con Cristo affinché nessuno dei ragazzi che incontrava — nei laboratori, nei cortili, nelle classi, nei cammini formativi — potesse sentirsi smarrito o senza direzione. Non si è mai risparmiato, nemmeno negli ultimi tempi, quando la malattia si affacciava nella sua vita: fino all’ultimo ha continuato a progettare, a immaginare attività educative, a preparare con cura il suo “buon giorno”, a consegnare pensieri di futuro.
I giovani universitari che lo hanno conosciuto lo ricordano come una presenza familiare, quasi un nonno capace di ascoltare e consigliare con affetto. Hanno scritto:
«Con affetto ti ricordano i ragazzi e le ragazze universitari… con l’impegno di continuare a renderti contento, senza dimenticare quello che ci hai insegnato».
Uno di loro ha aggiunto una testimonianza semplice e vera:
«Sei stato una grande guida e un grande educatore, hai sempre trovato una soluzione a qualunque problema ti ponessi».
Schietto, diretto, sempre capace di trovare un po’ di tempo per incontrare le persone: questo era Toniolo.
Il “sacramento della presenza”
Papa Francesco, in una lettera ai salesiani nel 2020, ha descritto la vocazione dei figli di Don Bosco come una presenza viva, gratuita, gioiosa in mezzo ai giovani. E davvero queste parole sembrano cucite su Sante Toniolo.
Per lui educare significava prima di tutto esserci: incontrare, ascoltare, accompagnare soprattutto i ragazzi più fragili. Nei laboratori, nel cortile, nelle gite, nelle esperienze estive, nei dialoghi personali, ha saputo annunciare il Vangelo con la concretezza della vita quotidiana.
Aveva una cura speciale nel creare cammini di fede: ritiri, percorsi di catechesi, preparazione ai sacramenti. Per molti è stato una guida spirituale, per altri un punto di riferimento che ha aiutato a mettere ordine nella propria vita. In tanti riconoscono che grazie a lui hanno trovato una direzione, una vocazione, una speranza.
In un’intervista aveva detto:
«Voglio dire grazie a Don Bosco che mi ha permesso di portare avanti il mio impegno con il buon Dio… perché mi ha fatto vivere la bella esperienza di stare in mezzo ai giovani. Perché così si educa, stando in mezzo ai giovani, non ci sono altre maniere».
E i giovani lo sapevano: la sua presenza aveva il sapore di una paternità autentica.
Gli anni di Ortona: vent’anni di fecondità educativa
Tra le tappe più significative della sua vita salesiana, gli anni trascorsi a Ortona brillano per profondità e frutto. Toniolo stesso li ricordava come:
«Venti anni di vita salesiana molto intensi, gioiosi e fruttuosi, sempre per il bene dei giovani».
Un dinamismo che rinnova
A Ortona si impegna con energia a rinnovare i laboratori, aggiornare le attrezzature, migliorare gli ambienti formativi. Ha una cura speciale per la didattica: segue gli insegnanti, ascolta il personale, stimola lo spirito di collaborazione e passione educativa.
La sua presenza imprime nello stile della casa salesiana un clima di impegno autentico, illuminato dai valori cristiani. Non si limita alla gestione, ma partecipa con entusiasmo ai campi scuola vocazionali, alle colonie estive, al catechismo in oratorio. Ogni attività diventa occasione per incontrare i ragazzi, valorizzarli, guidarli.
Un formatore nei CFP
Nel suo ruolo di formatore nei Centri di Formazione Professionale ha incarnato pienamente lo spirito di Don Bosco: educare attraverso il lavoro, la vicinanza e l’incoraggiamento.
Colleghi e formatori che hanno camminato con lui lo ricordano come un “instancabile salesiano devoto al bene di tutti i giovani”. La sua capacità di accompagnare i collaboratori, orientarli nelle scelte, trasmettere entusiasmo educativo ha lasciato una traccia indelebile.
Molti adulti di oggi testimoniano che proprio grazie al sig. Toniolo hanno ritrovato ordine nella propria vita, scoperto la Parola di Dio, intrapreso un cammino di fede. È stato un formatore non solo per i ragazzi, ma anche per chi educava accanto a lui.
Una vita donata
Sante Toniolo è stato un uomo che ha scelto di rimanere in mezzo ai giovani, di vivere accanto a loro condividendo sogni, fatiche, speranze. Ha incarnato l’“arte della presenza”, quella che non fa rumore ma costruisce vite, genera fiducia, accende sentieri.
Il suo ricordo continua oggi nei giovani che ha accompagnato, nei collaboratori che ha formato, nelle opere che ha contribuito a far crescere. La sua vita è stata davvero un dono gratuito e fecondo: un segno del Vangelo vissuto tra i ragazzi.

