Un’esperienza che lascia il segno: un campo sui luoghi di Don Bosco
Partecipare a questo campo è stata un’esperienza davvero bellissima, di quelle che ti lasciano un’impronta profonda nel cuore. All’inizio, come spesso accade, non è stato semplice ambientarsi: ci si ritrova in mezzo a tante persone nuove, provenienti da diversi oratori e realtà, dato che si uniscono i partecipanti di entrambi i campi base vissuti l’anno precedente. Ma basta poco tempo, qualche chiacchiera, qualche attività condivisa, e piano piano nascono legami, si fanno nuove amicizie, si costruisce un gruppo unito e affiatato.
Uno degli aspetti più forti e significativi di questa esperienza è stato visitare i luoghi di Don Bosco, ma anche quelli legati ad altri santi salesiani come Domenico Savio e Maria Domenica Mazzarello. Camminare nei corridoi delle loro case, entrare nelle stanze dove hanno vissuto, pregato e sognato, fa un effetto davvero particolare. È un’emozione intensa, quasi difficile da descrivere. Si percepisce che in quei luoghi è passata la santità, che lì si è vissuto qualcosa di grande. E capisci che queste figure, così importanti per il carisma salesiano, non sono solo personaggio del passato, ma guide concrete per il nostro cammino di oggi, in oratorio e nella vita.
Conoscere le loro storie, ascoltare le testimonianze, riflettere insieme sui loro insegnamenti è stato davvero arricchente. Non si tratta solo di nozioni storiche, ma di spunti preziosi da riportare nella nostra quotidianità. Ogni esempio, ogni parola di Don Bosco, ogni gesto raccontato diventa uno stimolo per crescere, migliorarsi, mettersi a servizio degli altri con uno sguardo più attento e amorevole.
Durante il campo non sono mancati i momenti di condivisione più profonda. Momenti in cui ci siamo aperti gli uni con gli altri, raccontando pensieri, difficoltà, ferite. È stato bello poter trovare uno spazio sicuro dove esprimersi senza giudizio, dove sentirsi ascoltati e accolti. Anche questo ha contribuito a rafforzare i legami tra noi: si è creata una vera e propria fraternità, un senso di famiglia che raramente si sperimenta altrove.
Un altro momento che ci ha colpito molto è stato l’incontro con alcuni novizi. Parlare con loro, ascoltare le loro storie e sentire come Don Bosco abbia ispirato le loro scelte di vita, è stato davvero illuminante. È incredibile pensare a come il suo spirito sia ancora così vivo, capace di attraversare i confini del tempo e dello spazio. La passione che aveva per i giovani è diventata un’eredità preziosa che continua ad alimentare vocazioni in tutto il mondo.
Alla fine di questa esperienza, ciò che resta più forte è la consapevolezza che tutti noi siamo mossi da un unico desiderio: vivere pienamente l’oratorio. È lì che ci sentiamo a casa, è lì che cresciamo, preghiamo, ci mettiamo in gioco. E proprio la bellezza di vivere in questo ambiente speciale ci ha spinto a metterci in cammino, a partecipare a questo campo, a dedicarci con entusiasmo agli altri.
Torniamo a casa con il cuore pieno, con nuovi amici e legami più forti, con una fede rinnovata e più consapevole. E con la certezza che questa non è stata solo un’esperienza bella, ma una tappa importante del nostro cammino personale e spirituale.